Personale di Shōzō Shimamoto – Jiro Yoshihara

1-10 Ottobre 1962, dalle 11:00 alle 18:00
Presso la GUTAI PINACOTHECA Osaka
Organizzazione: Associazione Artistica Gutai

È una coincidenza, ma davvero felice, il fatto che per la prima mostra personale alla pinacoteca sia stato scelto Shozo Shimamoto.

Innantizutto, Shimamoto è stato fin dall’inizio nel nocciolo del gruppo. Non solo, è grazie al suo fervente spirito sperimentale, riconosciuto e stimato da tutti gli altri giovani membri, che il Gutai ha assunto un aspetto più compatto e con un accento sensibilmente diverso da quello degli altri gruppi.

Se perfino il critico Tapié affermò «Non c’è nessun artista che senta il Gutai come Shimamoto», è lampante che effettivamente lui ha qualcosa di particolare.

In quel periodo, il mio atelier presentava una situazione simile a quella di una nave di appoggio per i sommozzatori. Fra i tanti giovani pittori paragonabili a dei coraggiosi palombari che portavano le loro prede sconosciute dal mondo esterno all’arte, era sempre Shimamoto a stupire gli altri del gruppo portando delle retate straordinarie:

-un’opera enorme, che tuttora considero un capolavoro, realizzata semplicemente spargendo con una scopa del colore giallo sulla grande tela bianca. La aveva realizzata in meno di dieci minuti e diversi anni prima che gli fosse presentato Mathieu;

-delle opere con dei buchi, simili a quelle che circa 10 anni dopo mostrò al pubblico il famoso Fontana. Chiaramente, si tratta di una coincidenza;

-la rottura sulla tela di bottiglie piene di colore con il fissaggio della forma esplosiva del colore stesso. A volte ha fatto esplodere del gas acetilene in un lungo tubo metallico sulla bocca del quale era stato posto il colore che veniva così lanciato sulla tela. Anche questo ha largamente anticipato quello che hanno fatto Dalì e altri usando sperimentalmente un fucile;

-il fissaggio ripetuto dello stesso segno sul tableau. Mi faccio testimone del fatto che questo avvenne molto prima di conoscere Capogrossi.

Quelle succitate sono alcune fra le tecniche pittoriche sperimentali che Shimamoto ha realizzato in questi 10 anni e anche prima. Se ci volessimo soffermare anche su una sola di esse, potremmo dire che Shimamoto è riuscito a raggiungere da solo un livello di risultati normalmente producibili da più persone. Uno dei motivi che ci ha indotto a formare il gruppo Gutai è stata proprio la grande differenza tra il nostro desiderio di applaudire a queste opere, e l’atteggiamento di freddezza generale anche all’interno del mondo dell’arte.

Pur considerando che non sono le idee stesse a garantire la grandezza e la profondità dell’arte, se non si è di fronte a qualche scoperta è senz’altro impossibile che fiorisca un’arte veramente nuova.

Shimamoto si chiede sempre se le sue nuove idee possano essere considerate arte o meno, ed è alla ricerca di quel limite. Al contrario, non nasce nulla da chi si vanta proclamandosi artista.

Inoltre Shimamoto, straripante di creatività unica, ha già fatto e archiviato delle opere, tra l’altro molto più originali e simpatiche, simili a quelle che solo ora vengono prodotte dal gruppo chiamato Neo Dada. In pratica:

  • una scultura composta quasi unicamente da lamette di rasoi (al tempo era addirittura solo uno studente!);
  • la proiezione di un caleidoscopio;
  • un’opera cinematografica realizzata mediante la proiezione contemporanea di due pellicole diverse (in occasione dell’Esibizione Gutai su palcoscenico);
  • l’esplosione su di un palcoscenico di una grande lampadina accesa, colpita da lui stesso con una mazza da baseball (medesima esibizione di cui sopra);
  • un’opera chiamata: «Camminate qui sopra» piena di dislivelli realizzati con una serie di pezzi di legno (esposta alla Prima mostra Gutai a Tōkyō);
  • un’opera arrotolata a mo’ di tunnel e quindi visibile solo dall’interno (esposta alla Seconda mostra Gutai a Tōkyō).

Non posso enumerarle tutte altrimenti non finirei più, ma menziono solo il fatto che per primo lui ha anche creato la «musica concreta», provando immediatamente i registratori che erano appena stati messi in commercio. Il suo talento un po’ alla volta sta senza dubbio venendo riconosciuto a livello pubblico e le sue capacità artistiche hanno fatto gola ad altri gruppi nonché all’Associazione Modern Art che lo hanno incluso come membro. È però ulteriormente curioso il fatto che Shimamoto non dia molta importanza a questi riconoscimenti e piuttosto sia continuamente pronto ad accendere l’entusiasmo e la passione verso il prossimo obiettivo. Anche in passato è stato sereno ed è andato avanti per la sua strada nonostante ci fosse il rischio di non ottenere il consenso pubblico. Un aspetto che è cambiato recentemente è che ha deciso di allungare i tempi aumentando l’ampiezza delle sue oscillazioni. Mi sembra che ora ad esempio le sue opere create con esplosioni di colore stiano cominciando a presentare una particolare ricchezza di risultati. E così, è arrivata l’ora di questa personale. Sono convinto che le sue grandi opere, un abbraccio di impeto e opulenza estetica, offrano uno spettacolo meraviglioso.

Buona visione.

(Tratto da Shōzō Shimamoto, catalogo della mostra (Gutai Pinacoteca, Ōsaka,1-10 ottobre 1962)