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2011 Opere 1950-2011. Oriente e Occidente, East and West, Palazzo Magnani, Reggio Emilia, Italia

REGGIO EMILIA
A PALAZZO MAGNANI
25 settembre 2011 – 8 gennaio 2012

SHOZO SHIMAMOTO
OPERE 1950-2011. ORIENTE E OCCIDENTE
80 tra dipinti, sculture e video installazioni del grande maestro del Gutai: un emozionante
percorso lungo tutta la sua produzione artistica a cura di Achille Bonito Oliva

La mostra Shozo Shimamoto. Opere 1950-2011. Oriente e Occidente, promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con l’Associazione Internazionale Shozo Shimamoto – con il Patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma – si propone di documentare il percorso artistico del maestro, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni quaranta e cinquanta, fino alle performance degli ultimi anni, indagando sulla nozione di movimento fisico nello spazio nel quale l’artista si muove perlustrando poeticamente i luoghi. La mostra è la prima e unica grande antologica dedicata in Italia a Shimamoto e l’inaugurazione, alla presenza del curatore Achille Bonito Oliva, sarà l’occasione per una performance del Maestro, che onorerà Reggio Emilia della sua presenza.

Il 24 settembre l’arte di Shimamoto invaderà letteralmente la strada. Davanti alla sede espositiva di Palazzo Magnani il maestro del Gutai, dall’alto di una gru, lancerà i suoi colori per sorprenderci ed emozionarci, sull’ampia superficie di una grande tela che accoglierà ogni segno, ogni colore vibrato, di cui conserverà le tracce oltre alle impronte allusive dei gesti. Il Maestro darà letteralmente vita alla materia (secondo le teorie di Gutai, gruppo d’avanguardia di cui fu animatore) in quanto il colore è vivo e può liberare, attraverso l’arte, la propria intrinseca creatività. Nulla è casuale, nella sua tecnica, le azioni sono sottoposte ad un ordine rigoroso, seguono un principio combinatorio eufonico, evocando uno spazio classico che sfida il tempo e che richiede sguardi prolungati per decantarne l’interpretazione.

La Mostra dedicata a Shozo Shimamoto comprende opere di grande importanza storica nel percorso dell’artista: dalle carte, alle tele degli anni ’50, alle straordinarie esplosioni di colore delle performance di punta Campanella (Sorrento)  e Capri, ai lavori realizzati nella splendida cornice di Palazzo Ducale a Genova, in occasione della mostra al Museo Di Villa Croce nel 2008 e all’ultima performance di Reggio Emilia. Così in due sezioni inedite verranno esposti per la prima volta oltre ad alcuni dei suoi lavori su carta risalenti agli anni ’50 e anche le opere più recenti quali le sculture, i violini e gli abiti da sposa protagonisti delle ultime coinvolgenti performance  dove musica, danza e colore si fondevano nell’atto creativo di Shozo Shimamoto.

SHOZO SHIMAMOTO è co-fondatore, con Jiro Yoshihara, del movimento Gutai – Associazione d’Arte Concreta, nato nel 1954 con l’intento di rinnovare la tradizione artistica giapponese (in particolare la cultura zen) e di accogliere e superare, attraverso una ricerca di maggiore identità, gli stimoli innovatori provenienti da occidente. Gutai infatti significa “concretezza”: sigla che vuole porsi in opposizione all’astrazione, intesa come approccio mentale all’opera, e orientarsi verso un legame diretto con il fare dell’artista e la qualità della materia. Fin dalle prime opere Shimamoto dichiara quelli che saranno i leitmotiv di tutta la sua produzione: l’interazione che lega da un lato casualità e volontà della materia, dall’altro l’atto performativo dell’artista. I suoi Buchi sono, infatti, il frutto di un evento in cui l’atto creativo è in stretta relazione con la materia del colore e del supporto. L’opera è il risultato e la testimonianza di un processo di relazione tra gesto e materia. Il colore è infatti applicato su strati di figli di giornale sovrapposti con uno sfregamento che ne provoca la lacerazione.

La ricerca di Shimamoto continua a esplorare l’ambito pittorico attraverso nuove sperimentazioni: nel 1956 sono i Cannon works, opere ottenute dall’accidentale disposizione del colore sulla tela, sparato da un cannone appositamente costruito dall’artista. L’assimilazione degli esponenti del Gutai all’Informale e la promozione di Tapié – che espone le loro tele in Europa e negli Stati Uniti – sposta l’accento sui valori prettamente pittorici dei dipinti di Shimamoto e compagni, per i quali, tuttavia, il processo creativo rimane elemento essenziale. I Bottle Crash, ad esempio, si basano su una metodologia operativa inaugurata nel 1956 su principi analoghi a quelli dei Cannon Works: l’artista asseconda l’azione della materia senza alcuna preesistenza progettuale, facendo deflagrare sulla tela bottiglie piene di colore. Dopo la morte di Jiro Yoshihara, nel 1972, il gruppo Gutai si scioglie e i suoi componenti intraprendono carriere separate. Shimamoto inizia ad interessarsi alla Mail Art e alla creazione di una rete di artisti in tutto il mondo, legandosi in particolare ad analoghe azioni in ambito Fluxus. In questo modo Shimamoto porta avanti sia un progetto di tipo collettivistico com’era nello spirito del Gutai, sia la volontà degli esordi di gettare un ponte culturale tra Europa, Stati Uniti e Giappone.

A partire dagli anni Novanta Shimamoto recupera la tecnica del Bottle Crash, che manterrà fino ad oggi evolvendone il carattere performativo. La sua produzione più recente è realizzata unicamente in occasione di performances pubbliche, eventi collettivi in spazi di grande respiro che mettono insieme le prime sperimentazioni delle esposizioni all’aperto con il percorso di ricerca pittorica, coinvolgendo emozionalmente lo spazio, il pubblico e il gesto artistico in un grande “teatro della pittura”, come definito da Lorenzo Mango, autore di un testo in catalogo e curatore dello stesso.

La mostra Shozo Shimamoto. Opere 1950-2011. Oriente e Occidente, è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani, dall’Associazione Shozo Shimamoto, dall’Archivio Pari e Dispari e dalla Fondazione Morra, con il Patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma e della Regione Emilia Romagna, con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Pietro Manodori, Studio legale Sutich-Barbieri-Sutich, con il contributo di CCPL Reggio Emilia, Iren Emilia spa, Landi Renzo S.p.A., Coopservice e Studio Alfa.

Il catalogo di mostra, bilingue italiano-inglese, è edito da Allemandi Editore e conterrà, oltre ai testi di Achille Bonito Oliva, Lorenzo Mango, Federica Franceschini e un’ampia antologia critica a cura di Silvia Cavalchi, alcuni importantissimi testi inediti tradotti per l’occasione dal giapponese, grazie al contributo di Andrea Mardegan, e firmati da Shimamoto e dal suo maestro Yoshihara che permetteranno di comprendere direttamente dalla voce dei protagonisti i processi creativi alla base della realizzazione delle opere.

Durante l’inaugurazione della mostra, sabato 24 settembre alle ore 18.30, verrà assegnato a Shozo Shimamoto, in collaborazione con Festival Francescano 2011, un riconoscimento per il suo impegno umanitario e civile a favore della Pace. Shimamoto ha da sempre svolto iniziative filantropiche legate alla condizione dei disabili e si è fatto promotore della pace nel mondo attraverso numerosi appelli e performance pubbliche. Nelle sue performance titolate “Un’arma per la pace” il Maestro contro ogni violenza, armato solo di “pittura” scaglia vita e colori, gioia e amore su tutto e su tutti in un caleidoscopio di emozioni positive e solidali. Shimamoto nel 1996, dopo aver incontrato e conosciuto il fisico nucleare Bern Porter (creatore della bomba nucleare sganciata su Hiroshima) con il quale instaurerà un rapporto creativo – scambio di mail art – e di rispetto, viene proposto per il Premio Nobel per la Pace.

2011 A volo radente, Palazzo Bagnara, Fondazione Morra, Napoli, Italia

MOSTRA-CONVEGNO
SHOZO SHIMAMOTO: A VOLO RADENTE

a  cura di ACHILLE BONITO OLIVA
Introduce ROMANO GASPAROTTI
Relatore LORENZO MANGO

PALAZZO BAGNARA, PIAZZA DANTE 89 MARTEDI’ 12 APRILE ORE 19:30

Dopo il successo bolognese Shozo Shimamoto approda a Napoli con il suo “Volo radente”. L’esposizione sarà inaugurata in occasione del convegno di martedì 12 aprile alle ore 19:30, negli spazi della Fondazione Morra di piazza Dante 89, con l’introduzione di Giuseppe Morra e Romano Gasparotti e l’intervento di Lorenzo Mango.

La mostra napoletana riproporrà le opere dell’artista nipponico già esposte a Bologna nella cornice della chiesa dei Santi Vitale e Agricola, in occasione di Artefiera Off.

La straordinaria affluenza di visitatori all’evento bolognese a cura di Achille Bonito Oliva e organizzato dall’associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Morra e Archivio Pari&Dispari, trova riscontro nella carica emozionale che le opere di Shimamoto, con la loro irruenza cromatica riescono a trasmettere.

L’esposizione napoletana si colloca in continuità con l’iniziativa bolognese, con la proiezione dei video di alcune delle ultime performances italiane del maestro ottantatreenne, con la regia di Mario Franco. Tra i video proiettati, quelli delle performances di Capri e di Punta Campanella del 2008 e quella del 2006 tenutasi proprio a piazza Dante, dove Shimamoto realizzò con l’antitecnica del Bottle Crash un’immensa tela dipingendo sospeso ad una gru, dilatando lo spazio dell’azione con un notevole coinvolgimento emozionale da parte del pubblico.

 

Romano GASPAROTTI

Filosofo, insegna Fenomenologia dell’Immagine presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e Filosofia teoretica presso l’Università “Vita e Salute” – S.Raffaele di Milano. Ha curato (con M.Donà) la pubblicazione dell’opera postuma del filosofo Andrea Emo. Tra i suoi principali libri: Le forme del fare (con M.Cacciari e M.Donà), Liguori, Napoli 1987; Movimento e sostanza. Saggio sulla ‘teologia’ platonico-aristotelica, Guerini, Milano 1995; Socrates y Platon, Akal, Madrid 1996; I miti della globalizzazione. “Guerra preventiva” e logica delle immunità, Dedalo, Bari 2003; In contrattempo. La pittura malgrado tutto, Mimesis, Milano 2007; Figurazioni del possibile. Sul contemporaneo tra arte e filosofia, Cronopio, Napoli 2007; Filosofia dell’Eros. L’uomo, l’animale erotico, Bollati Boringhieri, Torino 2007; L’inganno di Proteo. La filosofia come arte delle Muse, Moretti&Vitali, Bergamo 2010.
Dal libro Filosofia dell’Eros ha tratto il recital teatral-musicale  Imeros.“quando Amor mi spira, noto…”, di cui è regista e coprotagonista (accompagnato da un quartetto jazz e da una danzatrice-performer).

Lorenzo MANGO

Storico e critico del teatro, docente ordinario di “Storia del teatro moderno e contemporaneo” presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università “L’Orientale” di Napoli.
E’ direttore del Dipartimento di teatro del Museo Laboratorio Hermann Nitsch di Napoli e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Filiberto Menna, centro studi per l’arte contemporanea.

2011 A volo radente, Artefiera, Basilica di Santo Stefano, Bologna, Italia

SHOZO SHIMAMOTO IN MOSTRA PER LA PRIMA VOLTA A BOLOGNA NELLA BASILICA DI SANTO STEFANO

Per la prima volta a Bologna le opere di Shozo Shimamoto. L’eccezionale evento culturale sarà ospitato dal 28 gennaio al 17 febbraio 2011 nella suggestiva cornice della Basilica di Santo Stefano. La mostra, curata da Achille Bonito Oliva, è stata organizzata dall’Associazione Shozo Shimamoto in collaborazione con Fondazione Morra e Archivio Pari&Dispari ed è inserita nell’ambito del calendario di Artefiera Off.

Verranno esposte le opere provenienti dalle ultime performances realizzate dal Maestro giapponese in Italia nel 2007 e 2008, di cui sarà proiettata anche la documentazione video  con la regia di Mario Franco.

Il “Movimento d’Arte concreta Gutai” nacque nel 1954 in Giappone e più precisamente nei grandi magazzini Kinetsu di Osaka. Ai suoi componenti principali, Jiro Yoshihara e Shozo Shimamoto, si unirono altri nomi di spicco e tutti crearono una serie di opere innovative che anticiparono i più importanti movimenti interdisciplinari dell’occidente quali l’happening, la performance, l’arte concettuale e l’azionismo.

Questo movimento indaga il rapporto tra spirito e materia, l’incontro/scontro tra filosofia zen e cultura occidentale. Gutai rappresenta quindi la sintesi tra il recupero di valori dimenticati, distrutti e azzerati da eventi devastanti quali la Seconda Guerra Mondiale e la contaminazione con culture esogene a quella giapponese, in primis quella americana. Pittura, calligrafismo, scultura ma soprattutto performance, azioni, opere teatrali, improvvisazioni (sempre con un forte coinvolgimento del pubblico) sono la cifra stilistica di questo movimento che ha sempre mirato al superamento del concetto di arte tradizionale. Questa avanguardia anticipa significativamente il movimento Fluxus, le esperienze avanguardiste occidentali degli anni Sessanta fino ad influenzare l’arte moderna dell’espressionismo americano.

L’accurata selezione di grandi opere del Maestro Shozo Shimamoto, esposte per la prima volta a Bologna, introduce il visitatore in un mondo di colore e materia, dove domina la forza delle variazioni di miscele colorate dettate dalla sapiente gestualità zen che si sprigiona durante le sue performances. L’intensità del gesto e la concretezza della materia rappresentano il dualismo fondamentale dell’arte di Shimamoto, l’unione delle quali afferma in modo prorompente la profonda vitalità della sua arte. Le opere delle recenti performances italiane, realizzate con la “antitecnica” del bottle crash, verranno poi integrate nella loro presentazione da una specifica documentazione video che ci racconta di un’energia potente, capace di toccare e scatenare profonde pulsioni ed emozioni. La materia pittorica si connette intimamente con la casualità gravitazionale e atmosferica dettata dalla concretezza del Mondo per fondersi in una Super Nova visibile e tattile. La consistenza materica del colore, quindi, diventa la vera protagonista dell’arte di Shimamoto che, proclamando la “messa al bando del pennello”, rivendicava la liceità dell’utilizzo di qualsiasi strumento – dalle mani alla spatola, dal lancio di bottiglie ai bicchieri pieni di colore – per fare arte.

L’associazione Shozo Shimamoto, organizzatrice della mostra, è stata fondata in Italia e in Giappone nell’ottobre del 2007. Organizzazione no-profit, ha lo scopo di promuovere in Italia e nel mondo la ricerca artistica di Shimamoto e per questo è molto attiva nel campo della comunicazione con l’organizzazione di workshop, stage, conferenze e seminari incentrati sulla figura e opera del Maestro giapponese. L’associazione, poi, si occupa anche della certificazione d’autenticità delle opere di Shozo Shimamoto, sia in Italia che nel resto del mondo, con l’obiettivo di formare un archivio generale dell’artista.